Federica Giordani

Maggio 4, 2009

La rivoluzione digitale in rete

Filed under: Libri — federicagiordani @ 8:30 am
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Milano, 2 maggio (Voce d’Italia)

L’avvento della Rete ha cambiato il mondo: lo sappiamo. Almeno perchè molti di noi hanno chattato almeno una volta, altrettanti avranno mandato le fotografie delle vacanze agli amici via e mail, e forse gli stessi consultano spesso un quotidiano on line, come state facendo in questo momento. Ma per capire esattamente a che tipo di rivoluzione stiamo assistendo, soprattutto nel campo dell’informazione, di quale sarà il destino delle notizie cartacee, se ce ne sarà uno, il nuovo libro di Marco Marsili “La rivoluzione dell’informzaione digitale in rete” può essere un valido strumento.

Internet ha cambiato il ritmo cardiaco dei giornali ed indubbiamente c’è chi è in affanno” scrive Massimo Espositi, redattore capo centrale del Sole24Ore, nella postfazione del libro scritto dal direttore della Voce d’Italia. E’ vero. Altri giornali, invece, compresi i free press, primi a dare la mazzata al “vecchio” quotidiano, sono sull’orlo di una crisi di nervi a causa della continua rincorsa all’aggiornamento delle proprie risorse con lo scopo di fornire ai lettori, il “pubblico sovrano”, ciò che chiedono. 

Marsili spiega nel suo testo, edito da Odoya, che questo fiato corto ha un’origine molto chiara: “Oggi, declinare ancora i vecchi princìpi del giornalismo “da marciapiede” come fossero dei sacri dogmi, equivale a voler spiegare la storia contemporanea partendo dalle piramidi”. I giornalisti della carta stampata, quelli della “vecchia guardia”, si ostinano ad ostentare il proprio “have not”, la propria assoluta incapacità di aggiornarsi affrancandosi dall’analfabetismo tecnologico, come una sorta di orgoglio pietrificato, dall’alto del quale criticare l’informazione web, sminuendola con una mano, e rincorrendo il vicino tecnologico con l’altra, per evitare l’emorragia sempre più violenta di lettori “classici”.

Nel libro non si vogliono certo suonare le campane a morto per la carta stampata, anzi. Il problema è capire che il mondo dell’informazione corre e che “Dieci anni di gap tecnologico nel terzo millennio equivalgono a cento anni di svantaggio competitivo nel ventesimo secolo” insomma, “Oggi è ancora più vero che chi si ferma è perduto” soprattutto se fa i capricci.

 Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti, anche i meno avvezzi ad occuparsi di analisi editoriali e crisi di mercato, hanno certamente spesso rinunciato al quotidiano per un free press, oppure hanno seguito le vicende del sisma in Abruzzo grazie agli aggiornamenti continui di un sito di informazione on line, magari guardando anche interviste video agli scampati dai crolli.

Il “digital divide”, l’incapacità di aggiornarsi, è un grave rischio soprattutto laddove già esiste una grande disparità in termini di progresso. Si rischia di far aumentare ancor di più la distanza tra ricchi e poveri, tra chi “sa e chi no”. Per questa ragione Marsili spiega che l’educazione alla multimedialità, all’uso del computer e di tutti i suoi strumenti (video, audio etc) è di primaria importanza. Cento milioni di blog in tutto il mondo non devono far credere che tutti siano in rete. Ancora non è così, ma dovrà esserlo a breve.

Il giornalismo non rischia di scomparire, anzi. Professionisti dell’informazione saranno sempre necessari ai fini della democrazia, dell’intrattenimento, della condivisione del sapere, ma hanno e avranno sempre più la possibilità di appoggiarsi ad una rete di “collaboratori” che, pur non facendo i giornalisti di mestiere, condivideranno informazioni preziose con loro. “La rivoluzione digitale” scrive Marsili “è come un viaggio su un treno senza destinazione”, peccato che molti non abbiano nemmeno ancora fatto le valige. Dovranno sbrigarsi per evitare di rimanere completamente soli in una vecchia città dell’informazione ormai disabitata.

Marsili Marco, La rivoluzione del’informazione digitale in rete. Come internet sta cambiando il modo di fare giornalismo, Odoya, pp. 379, euro 20,00

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