Federica Giordani

Maggio 8, 2009

Ponte Lambro cambia volto ma qualche livido resta

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Milano, 7 maggio 2009 (Cronaca Qui)

La faccia di Ponte Lambro è cambiata ma qualche livido c’è ancora. I Contratti di Quartiere, i patti per riqualificare a livello strutturale e sociale dele aree più degradate di Milano che ospitano le case popolari, sono partiti nel 2005 anche a Ponte lambro ma qui qualche ritardo si è accumulato, spesso per questioni burocratiche. Ora molti dei lavori sono terminati, altri sono in fase di definizione e, altri ancora devono iniziare. Purtroppo alcune piaghe del quartiere non si sono sanate, come quella dello spaccio, ma qui i Contratti di Quartiere c’entrano poco.

Lo stato dei lavori
Le due grandi stecche di abitazioni in via Uccelli di Nemi, che fino a qualche anno fa sembravano appena uscite da un bombardamento, adesso sono quasi apposto: i residenti hanno scelto, insieme ad Aler un bel colore giallo intenso e nel frattempo anche nei dintorni, stanno nascendo molte altre aree residenziali private. “Un buon segno” dice Daniela Farioli dei Servizi Contratti di Quartiere “significa che anche i costruttori hanno fiducia nel risanamento di quest’area”. Anche la ristrutturazione interna dell’asilo nido della via è terminato nel maggio scorso. La manutenzione degli stabili ai civici 11 e 36 sono ancora in corso, ma a breve dovrebbero essere eliminate le impalcature.

 Abusivi e spaccio
Camminando per quella che videne definita una “strada quartiere” il cambiamento è evidente, anche se, come confermano anche le operatrici del Laboratorio di Quartiere che qui lavorano dal 2006, alcuni gravi problemi sono rimasti come lo spaccio e le occupazioni abusive degli stabili. In particolare gli edifici di via Uccelli di Nemi che ancora non sono stati interessati dai lavori, e perciò vuoti, sono stati presi d’assalto durante il rigido inverno scorso. Proprio in questi giorni, però, gli operai stanno provvedendo a murare le finestre per eviate gli accessi abusivi che, raccontano, avvenivano dai tetti o sfondando i muri. Alla questione dello spaccio si sta cercando una soluzione quantomeno logistica, con la proposta di chiudere i portici delle case, ora accessibili a tutti ,e le piccole aree verdi circostanti “In questo modo nelle aree riparate alla vista entrerebbero solo i residenti” conferma Linda Costa, del Laboratorio.

Via Rilke
Una situazione a parte è quella di via Rilke 6 e 10. Qui i cantieri sono partiti nel giugno del 2008 e alcuni lavori sono già terminati, ma il tasso di abusivi è molto alto, circa 20 appartamenti su 170 totali. Qui è più difficile risucire a mantenere i miglioramenti fatti, ma gli operatori sono ottimisti perchè anche qui, dopo anni di promesse mancate, finalmente i cittadini vedono i cantieri attivi e i lavori che avanzano. Gli ultimi lavori nel quartiere dovrebbero terminare nel 2012 dopo un investimento totale di circa 31 milioni di euro da parte di Regione, Comune e Aler.

Via Barzoni: abbattere si, abbattere no

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Milano, 6 maggio 2009 (Cronaca Qui)
Nella foto: uno scorcio dei cortili di via Barzoni 11

Le demoliranno oppure no? Le casette comunali di via Barzoni 11 sono ancora al centro di un acceso dibattito. Martedì sera, a seguito della mozione presentata dal consigliere Massimo Gentili (La Sinistra), si è riunita la commissione Casa del parlamentino proprio sul tema del destino delle casette comunali in zona Corvetto. Un incontro al quale hanno partecipato il Direttore Centrale del Settore Casa Lides Canaia e l’urbanista e direttore tecnico Aler, Leonardo Cascitelli. Per un errore tecnico non erano stati, però, avvertiti i residenti e così solamente tre di loro erano presenti alla riunione, per puro caso.

 Progetto sconosciuto
Durante la commissione l’architetto Cascitelli ha illustrato la proposta presentata da Aler e Comune alla Regione per partecipare al bando che mette a disposizione finanziamenti dedicati dal Ministero delle Infrastrutture alla riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile. In via Barzoni 11 potrebbero sorgere centoventi nuovi alloggi a fronte dei 60 esistenti oggi e alcuni servizi come un asilo nido e un centro di aggregazione, per una spesa complessiva di circa 16 milioni di euro. L’architetto Canaia ha spiegato che l’area di via Barzoni è stata scelta come zona di intervento a causa delle sue condizioni di degrado, dovute anche alla presenza di amianto nei tetti, per la cui bonifica erano, però, già stati stanziati nel 2008 circa 900mila euro mai utilizzati.

 “La risposta è sempre no!”
Ma Gianfranco Tommasini, residente e portavoce degli inquilini ha messo in chiaro un punto: “Il degrado che vedete è dovuto ad anni di mancati interventi da parte di Aler prima e di Romeo Gestioni poi, le case dentro le abbiamo sistemate noi e sono apposto!”. Tommasini ha fatto nuovamente presente che ai due incontri preliminari ed informali che Aler e Comune hanno avuto con i residenti (il 13 marzo e il 28 aprile scorsi) niente era stato deciso, anzi: “Da quelle stanze noi siamo usciti dicendovi no circa la possbilità di demolire e no è rimasto” ha detto Tommasini.

 “Se non vogliono non se ne vanno”
L’architetto Canaia ha però dichiarato durante la commissione che nessuno “sposterà come pacchi i residenti”. Anche per le case popolari di via Salomone l’anno scorso si parlò di abbattere, ma i residenti si opposero facendo recedere Aler e la storia potrebbe ripetersi. Però questa volta Aler, attraverso il suo ufficio stampa, conferma che il progetto c’è e, che a fronte dei fondi, comunqtue verrà realizzato cercando l’accordo con i residenti poichè solamente alcuni sarebbero contrari al progetto.

 

Anna Politkovskaja: per non dimenticare

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Milano, 5 maggio 2009 (Cronaca Qui)
Nella foto: la foto di Anna, davanti all’albero e al cippo commemorativo al Giardino dei Giusti

Sei nuovi alberi per celebrare e ricordare altri giusti. Da ieri a Montestella, il Giardino dei Giusti, inaugurato sei anni fa, ospita sei nuovi cippi commemorativi e sei nuovi alberi dedicati a persone che hanno lottato per l’affermazione dei diritti dell’uomo, per la giustizia, per la pace, per aver fatto del bene al prossimo e che per questo sono stati uccisi.

I nuovi cippi commemorativi sono stati dedicati al giornalista armeno Hrant Dink, al professore di filosofia Dusko Condor, ucciso nel ’97 dopo aver testimoniato presso il Tribunale contro i crimini di guerra su un eccidio di 26 musulmani commesso da nazionalisti serbi, Abdul Wahab, per aver salvato la vita a numerose famiglie ebree durante l’occupazione nazista della Tunisia, il console italiano Pierantonio Costa che durante i massacri nel Rwanda salvò 2.000 persone, a 440 italiani che salvarono la vita ad ebrei durante la seconda guerra mondiale, ed infine alla giornalista russa Anna Politkovskaja ammessa al giardino dei giusti dopo una raccolta di più di 1500 firme in tutta la città. Alla cerimonia era presente anche la figlia della giornalista uccisa il 7 ottobre del 2006 perchè descrisse il massacro ceceno e spesso si oppose alla politica del governo di Putin.

Alla celebrazione hanno partecipato anche il sindaco di Milano Letizia Moratti, il presidente del consiglio comunale, Manfredi Palmeri, il presidente del Comitato per la Foresta mondiale dei Giusti, Gabriele Nissim, Claudia De Benedetti per l’Ucei (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), Emanuele Fiano e una delegazione di consiglieri comunali.

 

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