Federica Giordani

Maggio 11, 2009

Governare con la paura

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Milano, 11 maggio 2009 (Voce d’Italia)
GUARDA IL VIDEO:
http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=32547&video=1

Avere paura è normale. La paura è un sentimento dal quale, però, si fugge e ci si nasconde. Si cercano parole di conforto, di certezza e determinazione nella lotta a quelle cause che procurano paura.  La domanda è: c’è davvero da avere così tanta paura? Esisteva davvero il pericolo di una guerriglia urbana al G8 del 2001, davvero i manifestanti avrebbero usato palloncini pieni di sangue infetto da lanciare contro la polizia? Davvero elicotterini giocattolo sarebbero stati lanciati sulle forze dell’ordine pieni di esplosivo? I fatti hanno smentito tutto questo. Ma i giornali dei giorni precedenti all’incontro degli otto Grandi, parlavano proprio di quello, e così facevano i servizi segreti, e di conseguenza alcuni politici. Un clima di terrore gonfiato, ingigantito, con Genova bloccata da cancelli di ferro alti decine di metri, cingolati per le strade, e manganelli a portata di mano.

“Governare con la paura” è un lavoro giornalistico di ricostruzione di quei tre giorni a Genova. Enrico Deaglio, Beppe Cramagnani e Mario Portanova, hanno lavorato per capire che cosa fosse successo, per non dimenticare. La tesi di fondo è che in quei giorni le forze dell’ordine siano andate fuori controllo, che molti atti di violenza gratuita e ingiustificata sarebbero stati coperti dall’impunità. I responsabili dell’ordine pubblico di quei giorni sono stati tutti promossi. Il processo per i fatti della scuola Diaz e di Bolzaneto si sono conclusi con 15 condanne tra i poliziotti, ma alla proclamazione della sentenza in molti hanno urlato “vergogna” perchè quelle condanne valgono meno di niente. 

Deaglio, Cremagnani e Portanova, parlano di “tre giorni di sospensione della democrazia”. Esagerano? Forse. Ma quando hai paura della Polizia, quando sei a terra con le mani alzate dietro la testa e ti arrivano calci e pugni da un uomo in divisa, quando qualcuno ti spacca i denti con una manganellata solo perchè sfili in un corteo e di certo, se hai un bambino in braccio non sei un Black Bloc, allora parlare di “democrazia sospesa” non è poi così fuori luogo.

Carlo Giuliani è stato ucciso da un colpo partito dalla pistola di Mario Placanica che faceva il carabiniere: ora è padre ed è in congedo perchè l’Arma lo ha ritenuto non idoneo, congedato per “disturbo dell’adattamento con ansia ed atipie del pensiero” anche se lui non è affatto d’accordo. Placanica vomitava su quella camionetta, e non vedeva quasi più niente perchè avvelenato dai gas Cs, usati in quell’occasione dalle forse dell’ordine contro i manifestanti, e usati molti anni prima dagli americani in Vietnam. Placanica come gli altri su quella camionetta Defender non era in grado di gestire quella situazione, è lo stesso Claudio Scajola, allora Ministro dell’Interno ad ammettere degli errori nella gestione dei reparti in quell’occasione.

E’ successo qualcosa di terribile in quei giorni a Genova e, d’accordo, sono passati più di 8 anni da allora, ma sarebbe davvero molto meglio non dimenticare.

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Via Mecenate, piazza Ovidio: cresce la paura. Troppa criminalità

Filed under: Consiglio di Zona 4,Degrado — federicagiordani @ 2:54 PM
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residenti

Milano, 9 maggio 2009 (Cronca Qui)
Nella foto: i residenti di via Mecenate e piazza Ovidio spiegano il loro disagio in Consiglio di Zona

Hanno raccolto più di duemila firme nel giro di pochissimo tempo i residenti di via Mecenate e piazza Ovidio perchè ormai il problema della sicurezza è diventato troppo grave. Rapine ai negozi, furti nelle case, aggressioni, spaccio. Nel giro di pochi mesi la situazione della zona è precipotata anche se le cause non sono facili da trovare. Ora però i residenti chiedono a gran voce che la loro protesta non sia vana e che qulcuno intervenga.

 La petizione
Le locandina per la petizione sono comparse come funghi sulle vetrine dei negozi: nessun comitato, nessun partito, nessuna associazione, solo una raccolta di firme partita quasi spontaneamente e all’inizio, come conferma il portavoce dell’ iniziativa, Marco Zio, anche senza uno scopo preciso. “Avevamo solo la necessità di far capire alle autorità che non vogliamo essere considerati più dei cittadini di serie b, perchè fino ad ora ci siamo sentiti in questo modo”. Quella di via Mecenate e piazza Ovidio sembra essere diventata un’area abbandonata a se stessa, senza controlli dove si ha davvero “paura di uscire di casa la sera”. L’area è ad alto tasso residenziale e tante sono le attività commerciali, alcune delle quali hanno subito molte rapine negli ultimi mesi. Alcuni negozianti si chiudono dentro e controllano molto bene prima di aprire, una precauzione che spesso si rivela utile ma che allontana anche i clienti. Eppure in via Mecenate c’è una caserma della Polizia, ma voci parlano di sessanta agenti attivi e una sola macchina funzionante. Un po’ poco per pattugliare un’area così ampia. La concentrazione di spaccio sembra che sia attribuibile alla famosa area dell’eco mostro di Ponte Lambro. Certo, non è vicinissima, ma quella area abbandonata è da anni una piazza di spaccio riconosciuta e in linea ad’aria non è nemmeno così lontana. Il problema sembra si stia allargando anche nella aree limitrofe come quella di viale Ungheria che, ricordiamolo, confina con via Bondadini, una delle “terre di nessuno” della zona quattro.

 La protesta
Giovedì, durante l’ultima seduta del Consiglio di zona quattro, una delegazione di residenti si è presentata nella sala del parlamentino. L’idea era quella di una manifestazione rumorosa: sessanta fischietti erano pronti a urtare qualche timpano. Alla fine però i fischietti sono rimasti nelle tasche e dal Consiglio è arrivata, invece, una rassicurazione: ci sarà una assemblea pubblica alla quale parteciperà anche il Vice Sindaco De Corato sulle problematiche della zona. La data dovrebbe essere quella del 15 maggio alle 20.30 presso il teatro Delfino, come dice Salvatore D’Arezzo, presidente della commissione sicurezza, ma il luogo sembra ancora in forse. Nel frattempo i cittadini hanno sospeso la raccolta delle firme, e attendono l’incontro con De Corato fiduciosi di poter diventare “cittadini di serie a”, e di trovare finalmente delle risposte concrete davanti ad una situazione sempre più pericolosa.

 

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